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La Madonna con il Bambino di Guariento

Quando il 21 luglio del 2011 mi recai a Padova, per vedere la mostra Guariento e la Padova Carrarese, rimasi incredibilmente sorpreso. Tra le opere esposte al Palazzo del Monte di Pietà spiccava la splendida Madonna col Bambino di Guariento (1310 circa / ante 1370) proveniente dal Metropolitan Museum of Art di New York. Non immaginavo che l’autore delle due magnifiche Croci Stazionali conservate a Bassano del Grappa, fosse stato protagonista di un percorso artistico così ricco di sfaccettature: giottesche, bizantine, veneziane e gotiche. Un percorso nella cui fase di piena maturità artistica si inserisce proprio la tavola qui in oggetto come vedremo.  

Guariento non è assolutamente un pittore secondario ma, al contrario, di primaria importanza. Possiamo affermalo per l’influenza che egli esercitò a lungo in area veneta. Primariamente su importanti artisti quali Giusto de’ Menabuoi e Altichiero, protagonisti del secondo Trecento padovano. In seguito, sulla pittura veneziana fino al primo Quattrocento e oltre. Senza dimenticare, poi, che fu il primo vero artista di corte dei Carraresi. Fu proprio sotto il dominio di costoso che Padova raggiunse il massimo splendore culturale, politico ed economico. 

Introduzione al dipinto

Il dipinto si presenta ancora oggi in buone condizioni, eccetto che per la cornice non originale, il fondo oro e la decorazione a pastiglie delle aureole, che hanno subito ritocchi. A prima vista si potrebbe pensare a una delle tradizionali iconografie mariane. Eppure, Guariento, artista capace di grande profondità teologica e di enorme inventiva, ci ha lasciato qui qualcosa di molto interessante ed estremamente raro. In primo luogo, Maria, retta in piedi, è rappresentata di tre quarti, espediente che dà al dipinto maggior slancio verticale. In secondo luogo, il Bambino, a sua volta raffigurato in piedi, è avvolto da una curiosa fasciatura che aderisce dolcemente lungo tutto il corpicino, lasciando scoperti piedi, mani e spalle, arricchita da preziosi motivi dorati e fasce blu.

Una rara iconografia mariana

Potrebbe trattarsi della prima opera in assoluto a presentare questa specifica scelta iconografica, una sorta di “variante occidentale di tipologie bizantine”. Non va poi trascurata la diffusione del culto mariano a Padova, motivo della forte presenza tra Duecento e Trecento di confraternite devote a Maria (si pensi ai frati Gaudenti di cui faceva parte Enrico Scrovegni). Proprio tali confraternite potrebbero aver indotto un artista ben inserito nella società padovana come Guariento, a creare un’iconografia ex-novo.

Di certo, la particolare veste che avvolge Gesù bambino ha pochi precedenti, nonostante che in Lc 2, 12 si parli espressamente di «fasce». Ci riferiamo ad esempio alla Madonna col Bambino (1324-1327, Milano, Pinacoteca di Brera) e alla Madonna col Bambino fra San Nicola e San Procolo (1332, Firenze, Uffizi), entrambe di Ambrogio Lorenzetti, ad alcune statuette di Nicola Pisano e, soprattutto, alla Natività nel Polittico dell’Incoronazione (1344, Pasadena, Norton Simon Foundation) dello stesso Guariento. In ogni caso si tratta di un’immagine, quella di Gesù avvolto in fasce come una piccola mummia, che rimanda ai temi della Passione e Resurrezione e, di conseguenza, al ruolo centrale svolto da Maria nel piano salvifico di Dio.

Intrecci tra la Madonna con il Bambino di Guariento e Giusto de’ Menabuoi

In seguito, sarà Giusto de’ Menabuoi nella Madonna col Bambino custodita al Museo Diocesano di Padova, a riprendere questa particolare iconografia, pur con qualche variante. Se, infatti, il significato teologico legato alla nascita, morte e resurrezione di Gesù rimane invariato rispetto alla tavola del Metropolitan Museum, ora Maria e il Bambino sono raffigurati ieraticamente frontali, secondo un’impostazione più “arcaica”.

Questo è motivato, forse, dalla possibile presenza di antichi dipinti della Madonna con il Bambino nel battistero (certamente dopo la consacrazione da parte di Guido, patriarca di Grado, il 18 agosto 1281) e di opere duecentesche d’ispirazione bizantina, difficilmente vere e proprie icone, che forse erano portate in processione durante particolari festività religiose. A supporto di tale ipotesi, ci sarebbe la Madonna con il Bambino custodita nella cattedrale di Padova (altare del transetto destro), opera attribuita a un generico pittore veneto-cretese. In sostanza, Giusto avrebbe preso spunto dalla Madonna col Bambino di Guariento, ma entrambi avrebbero guardato a prototipi più antichi.

Un capolavoro del “periodo gotico”

Sul piano tecnico La Madonna col Bambino di New York è un’opera indubbiamente di altissima qualità. Essa ci aiuta a comprendere la parabola artistica di Guariento. Il nostro artista, dopo un esordio sotto il segno di Giotto e una lunga parentesi “bizantino-veneziana”, soprattutto nel settimo decennio guardò sempre più all’arte gotica d’oltralpe. Le dita lunghe e affusolate, i riccioli biondi e gli occhi, la cui forma a mandorla di derivazione bizantina è addolcita secondo un gusto più occidentale, sono tutti dettagli a dir poco meravigliosi. Anche i colori sono splendidi, specie il prezioso e delicato rosa della veste di Maria, uno dei più belli di tutto il Trecento e non solo a nostro avviso. L’accostamento poi tra questo rosa e il verde dell’interno del manto, arricchito da pregiate bordature dorate a sottolineare ulteriormente la nobiltà della Madre di Dio, sostituisce il tradizionale rosso-blu.

I contorni netti delle vesti, i lineamenti nobili e tenerissimi dei volti, coerentemente con la meritata fama guadagnata dal Guariento di eccelso interprete della cultura cortese, sono infine la cifra stilistica di questo grande maestro del Trecento. Un artista che seppe nobilitare in pittura anche i gesti più semplici, senza però perdere di vista il cuore della lezione giottesca: la volontà di portare il divino nella quotidianità degli uomini.

BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE

D. BANZATO, L’impronta di Giotto e lo sviluppo della pittura del Trecento a Padova; in A. TOMEI (a cura di), Giotto e il Trecento. “Il più sovrano Maestro stato in dipintura”, catalogo della mostra (Roma, Complesso del Vittoriano, 6 marzo-29 giugno 2009), Ginevra-Milano 2009, pp. 143-155.

D. BANZATO, F. FLORES D’ARCAIS, A. M. SPIAZZI (a cura di), Guariento; catalogo della mostra (Padova, Palazzo del Monte di Pietà, 16 aprile-31 luglio 2011), Venezia 2011.

L. BERTO, Nobili gesti. Guariento e l’incoronazione della Vergine; tesi di laurea, Ca’ Foscari 2011-2012.

F. FLORES D’ARCAIS, Guariento. Tutta la pittura; Venezia 1965, pp. 36 e 60.

F. FLORES D’ARCAIS, Madonna con il Bambino; in D. BANZATO, F. FLORES D’ARCAIS, A. M. SPIAZZI (a cura di), Guariento; catalogo della mostra (Padova, Palazzo del Monte di Pietà, 16 aprile-31 luglio 2011), Venezia 2011, scheda n° 32, pp. 189-190.

Z. MURAT, Guariento. Pittore di corte, maestro del naturale; Milano 2016, scheda n° 15, pp. 166-167.

Immagini: raccolta dell’autore.

© Riproduzione dei testi riservata

Guariento, Madonna con il Bambino, 1360 circa. New York, The Metropolitan Museum of Art. Il caffè artistico di Lo, la bottega dell'arte.

Guariento, Madonna con il Bambino, 1360 circa, tempera su tavola, 82,2 x 47,9 cm. New York, The Metropolitan Museum of Art.

Guariento 1360 circa

L’opera fu definita da Berenson (1935) genericamente di scuola padovana, ma già Sandberg Vavalà (1937) la attribuì al Guariento. Essa si inserisce, infatti, nella piena maturità dell’artista, per la qualità degli accostamenti cromatici e la resa degli affetti che legano Maria e Gesù bambino.

ArtistaGuarientoDatazione1360 circaTecnicaTempera su tavolaDimensioni82,2 x 47,9 cmCollocazioneNew York, The Metropolitan Museum of ArtProvenienzaFirenze, Collezione de Oliveira (1880 ca.)Share

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